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sabato 6 gennaio 2018

Open Day... la mia presentazione


Questa che vedete è la slide con cui vorrei presentare ai genitori il lavoro che facciamo rispetto ai bambini con BES e che io sto seguendo in quanto insegnante di sostegno.
Ho pensato di puntare su due elementi:
- sull'importanza che sia non solo l'insegnante di sostegno a farsi carico di questi bambini, ma anche tutto il corpo docenti e l'intero istituto;
- sull'inclusività poichè credo che riconoscere un bisogno speciale alla scuola dell'infanzia sia fondamentale per aiutare il bambino a crescere nei anni successivi in un contesto sociale e si valorizzazione reciproca.

Ciò che vorrei dire sarebbe questo.


Con la direttiva del 27 dicembre 2017, la scuola pubblica italiana inizia a parlare di Bisogni educativi speciali. I bisogni educativi specili è qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento permanente o transitoria in ambito educativo e/o apprenditivo che necessita un'intervento educativo speciale individualizzato.

Bambini con bisogni educativi speciali necessitano di attenzione e cura di cui si prende carico l'intero istituto comprensivo, tutti gli insegnati e il personale della scuola e l'insegnante di sostegno, in un'ottica inclusiva.

L'istituto redige all'interno del POF annuale, il PAI (Piano annuale dell'inclusione) che ha il compito di individuare le risorse necessarie per creare un contesto educante. Il PAI viene redatto dal GLI (gruppo di lavoro per l'inclusione) che ha il compito di organizzare, monitorare e verificare il livello di inclusività delle scuole.

Gli insegnanti, in particolare l'insegnante di sostegno, hanno il compito di redigere il PEI. L'insegnante di sostegno svolge nell'equipe la funzione di “lente di ingrandimento” e di “bastone” rispetto ai bambini affidatigli e svolge un ruolo importante di integrazione e collegamento con i servizi, le strutture che interagiscono con il bambino.

Il PEI è lo strumento con cui vengono programmati gli interventi finalizzati al perseguimento di specifici obiettivi in relazione ai bisogni individuati.Tutti i bambini sono diversi, ma i bambini per cui si redige un PEI sono bambini che per causa diverse (fisiche, mentali, sociali) necessitano di competenze specifiche e interventi mirati.
In questo contento il PEI si struttura partendo dalle osservazioni di tutti gli insegnanti, dalla diagnosi funzionale che gli specialisti (neuropsichiatri infantili, logopedisti..) redigono, nella quale vengono descritti le condizioni del bambino nei vari aspetti della sua personalità. E dal confronto con la famiglia, a cui viene presentato e di cui si discute insieme.
Nel PEI sono quindi esplicitati obiettivi di apprendimento specifici per il bambino e individuati risorse e progettualità individuali.

L'ottica INCLUSIVA, che caratterizza la scuola italiana (“una scuola per tutti e per ciascuno” - Indicazioni Nazionali del 2012), si realizza nella quotidianità quando gli insegnanti sono sensibili e competente nel riconoscere i bisogni dei singoli ed attivare strategie, in collaborazione con la famiglia, per sostenere, accompagnare, anche per un breve periodo della sua vita, il bambino.
La scuola diventa veramente INCLUSIVA quando riesce anche a valorizzare le diversità, rendendo la specificità dei singoli un valore aggiunto sia per la “sfida” pone a se stessa sia per le possibilità che essa apre agli altri (bambini e famiglie).

 Troppo tecnico? Lunedì lo presenterò ai colleghi e vedrò cosa mi diranno... poi vi faccio sapere!

AGGIORNAMENTO
I miei colleghi sono rimasti soddisfatti dal mio lavoro, ma leggendo il materiale interno all'istituo comprensivo ho pensato di dare più visibilità al termine "INCLUSIONE".
Ora aspettiamo l'open day...
 




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